Giovani

Povertà ed esclusione sociale sono fenomeni complessi, che dipendono da numerosi fattori. Sono collegati alla mancanza di reddito, ma anche all’accesso alle opportunità e alla partecipazione alla vita economica e sociale del paese, al sistema di relazioni di cui si è parte e all’insieme di vincoli ed opportunità – di tipo economico, sociale, culturale – presenti nel proprio contesto di vita. Pertanto, le politiche nazionali per l’inclusione sociale sono caratterizzate da una vasta gamma di iniziative, interventi e strumenti diversi.

In Italia, gli interventi di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale sono promossi e realizzati da diversi attori istituzionali a livello nazionale, regionale e locale. Inoltre, il Terzo Settore sostiene le istituzioni pubbliche nell’attuazione delle politiche sociali e agisce come mediatore a livello locale.

Le politiche di inclusione sociale specificamente rivolte ai giovani hanno lo scopo di ridurre l’abbandono scolastico, migliorare l’accesso al mercato del lavoro e ridurre le disparità sociali, cercando di migliorare le condizioni di vita di individui e famiglie che si trovino al di sotto della soglia di povertà assoluta.

L’Italia, nel destinare le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS), ha approvato il Piano Sociale Nazionale 2021-2023, che mira a definire la cornice di un processo strutturale per il sistema dei servizi sociali, attualmente ancora frammentato e incapace di offrire la certezza della presa in carico di chi si trova in condizioni di bisogno e di promuovere quella coesione sociale e quella “resilienza” che sono emerse con forza come elementi essenziali negli ultimi anni.

L’Italia ha anche approvato una strategia nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che prevede, tra gli interventi principali, l’istituzione del Reddito di cittadinanza (RdC) tramite il Decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito con Legge n. 26 del 28 marzo 2019, ovvero un sostegno al reddito che le persone, compresi i giovani adulti, e le famiglie in condizione di povertà, possono richiedere a partire dal 6 marzo 2019, condizionato all’impegno a seguire un percorso personalizzato volto all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo (CFR. par. 4.4) e che è stato leggermente modificato e integrato con il programma GOL (Garanzia dell’Occupabilità dei lavoratori) del PNRR (Piano Nazionale Resilienza e Resistenza), parte della MISSIONE 5, perno dell’azione di riforma nel campo delle politiche attive del lavoro, che oltre al GOL prevede l’avvio di un Nuovo Piano Nazionale delle Competenze, il rafforzamento dei centri per l’impiego e del sistema duale. La durata del programma coincide con quella del PNRR ed è quindi il quinquennio 2021/2025.

La Rete della protezione e dell’inclusione sociale è l’organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali. Presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed è composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo, la Rete è una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in Comitati tecnici (tra cui il Comitato per la lotta alla povertà) ed è responsabile dell’elaborazione di tre Piani nazionali:

  • il Piano sociale nazionale, in riferimento al Fondo nazionale per le politiche sociali;
  • il Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà, in riferimento al Fondo povertà;
  • il Piano per la non autosufficienza, in riferimento al Fondo per le non autosufficienze.

È parte integrante della strategia di contrasto alla povertà anche il Il Piano d’azione per la povertà e i servizi sociali 2021-2023.

Agli obiettivi di inclusione concorrono poi il Fondo nazionale per le politiche giovanili, nonché le risorse risalenti all’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile e al programma Garanzia per i Giovani (CFR. Capitolo 1 e Capitolo 3).